Cubàita (torrone di mandorle del commissario Montalbano)
Amo la cubàita che “ci vuole il martello a romperla“, come scrive Sciascia. A fatica riesci coi denti a staccarne un pezzetto e non lo devi aggredire subito, lo devi lasciare ad ammorbidirsi un pochino tra lingua e palato, devi quasi persuaderlo con amorevolezza ad essere mangiato….Io, bambino, la scoprii nel cassetto del comodino di mia nonna Elvira, che aveva la curiosa abitudine di mangiarsene un pezzetto a letto prima d’addormentarsi. ” Che è, nonna?” ” Cubàita di Cartanissetta”. Fu un amore fulmineo. E infatti. ” Ma tu, figlio mio, mangi pietre?” – mi domandò il dentista quando mi ci portarono la prima volta a dieci anni. “Nonsi, cubàita”.”
Lo scrittore Camilleri addirittura ne fà un elogio, della cubàita (torrone di mandorle del commissario Montalbano), descrivendola cosi: La cubàita è semplice e forte, un dolce da guerrieri .
Si, da guerrieri, proprio come il suo personaggio più famoso: Il Commissario Montalbano che spesso tra un’indagine e l’altra non disdegna un intermezzo culinario gustando i piatti della tradizione siciliana.
E come ormai sapete, è nel miglior stile GoSicily fare una proposta culinaria che diventi poi anche una esperienza culturale.
Quindi, se Montalbano vi appassiona, vi consigliamo l’itinerario di viaggio dei nostri amici di che vi porterà alla scoperta dei luoghi di questa fiction italiana tanto amata.
Annalisa Pompeo